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Decadenza

by Marco Montagnini

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1.
Sconvolgimi 01:40
Sì, sì, come no! Quale musica ascolti? Quali film guardi? A quali rischi ti esponi? Sconvolgimi Che macchina guidi? Con che cibo ti sfami? Qual è lo sport che segui? Sconvolgimi Che sentimenti provi? Quali droghe assumi? Fai pensieri estremi? Ah Cammina con me, vieni Fino a quando non sanguinano i piedi Cammina con me, vieni Fino a che non sanguinano i piedi
2.
Eclissi 02:06
Un barlume di lucidità Non ostinarsi Lasciarsi trasportare Dal suono delle cose Da ciò che accade Per smettere di far Quel che si fa: Sopravvivere anziché Vivere in libertà Magia straordinaria Già eclissata
3.
Creature infestano la mente Paure, dolori, ogni singolo mostro è Equidistante, inquietante Faccio parte di questo disegno Va benissimo, mi fermo, tachicardia La accolgo, annebbiamento Il sudore è freddo, manca l'aria, muoio No, un attimo, forse è solo Uno svenimento, mi stendo a terra È bagnata, sembra fanghiglia Però adesso ho caldo, dai, mi spoglio Brivido che sale e scende Siamo adesso qua Svuota, medita Le creature osservano, non infieriscono Siamo negli inferi? Domando Non vedo bene, sento il cuore Che vorrebbe uscire fuori da me Anch'io vorrei uscire fuori da me Ma c'è qualcosa che mi trattiene Siamo adesso qua Svuota, medita Dunque è questo un trapasso? Dove andiamo? In un altro posto? Non capisco, qualcuno parli, io mi rivesto Sento rumori in lontananza, è un nuovo giorno Il pensiero oscuro è sempre lì, resiste a oltranza Ma oramai è un'amichevole presenza
4.
Gelo 02:42
Sul momento avviene un evento Che pesa almeno quanto un macigno Ebbene, il suo peso scompare col tempo Resta soltanto un mesto ricordo E con la pazienza ritroverai il sonno Mani di ghiaccio, puntura d'insetto Inverno bestiale, mi vuoi così bene Da farmi patire d'inferno le pene Ma senza calore Io sono l'epilogo, è intrinseco Nel mio essere un nome Ma a conti fatti Tutto è destinato a terminare Resta una lunga attesa Da impiegare come ci pare Io mi vado a coprire Anzi vado direttamente in letargo Ci vediamo quando torna il sole Forse vivo in modo poco ortodosso Tra l'esistenza e la fine Penso sempre al nesso
5.
Prof 03:03
Professore di filosofia Toccando i crani: Questi non li abbiamo scelti Pelle, occhi, viso, mani Ognuno ha il materiale che ha Non dipende da noi Ma la maniera di ragionare Altroché se si può forgiare Nelle mie ore sarà l'unica cosa da considerare E non si giudicheranno mai Le vostre storie, i vostri percorsi personali Per me potete essere stati O delinquenti, oppure persone intelligenti O poveri incompresi, o figli di papà Ma nelle mie ore, che sia ben chiaro Conterà esclusivamente ragionare Celebriamo in aula Uno sviluppo cerebrale collettivo E individuale Non voglio vedere competizione Non guardate i voti altrui Sono ornamenti superflui Ed è per questo che non li darò Sogno una classe di pensatori Ci saremo noi, ci sarà del tempo Deciderete come passarlo Nel disegno del tutto È un ottimo esercizio Per affrontare con leggerezza L'alternanza di raziocinio e passione
6.
Deriva 02:17
È stanco, guarda che occhiaie Non dorme da ere geologiche Non ha più alcuna voglia Di chiederti scusa È lui la terra che calpesti Diventa fango Tra lacrime e sassi Amici, siete complessi Non sarà forse il caso di fermarvi? Perché il prossimo passo sarà finirvi Dai vostri punti di vista È l'altro ad avere la colpa Ma rinfacciare non è la mossa giusta Si va alla deriva e basta Firmare non è sinonimo di Amare per forza Chissà, magari un giorno La burrasca si andrà placando
7.
Lapsus 03:03
No, non è vero che usiamo solo parte del cervello È una diceria popolare, lo usiamo tutto quanto Ma lo usiamo molto male Eh sì, rendiamocene conto Fucine di idee che gironzolano E si disperdono In trasmissioni sinaptiche mnemoniche Nei flussi di discorsi sesquipedali Gola s'inceppa Accademia della Crusca Riposta nella cassetta degli attrezzi Italia legge unicamente i bugiardini Meno parole si hanno e più il Gulliver si limita Spiegami allora questo senso di vuoto Che riempiamo con vocaboli errati, scadenti Scaduti prima ancora di essere nati E i grandi classici dove sono finiti? Accatastati tra i rifiuti Accumuliamo foto E aumenta quel vuoto dentro Scatti di momenti che Nessuno vive al cento per cento Le notizie irrilevanti e le serie Non mi fanno pensare Divento un vegetale Mercati, prodotti, consumatori Gira l'economia e se non partecipi sei fuori L'algoritmo ti identifica, ti banna, ti elimina Il tuo posto è nel dimenticatoio Vorrei passare la vita Godendo di ciò che mi circonda E invece la passo lottando Con sovrastrutture che mi soffocano Da quando ero in cella Lapsus, volevo dire... in culla Stiamo forse dando importanza alle cose sbagliate? O stiamo forse sbagliando A dare importanza alle nostre vite? No, non è un assillo, cado in un abbaglio
8.
Musica 02:49
Tu sei indipendenza Diversa ti riveli Curiosa indifferenza Verso capitalismo Consumismo e mode varie Sei musica d'altri tempi Quelli in cui la melodia Contava ancora qualcosa L'imprevedibilità tua È inarrivabile Sei energia a distanza È impossibile Comprendere a pieno La tua essenza Un minuto con te Surclassa una vita senza Falò e chitarra da spiaggia Sei tu insieme al tramonto Sul viale del cambiamento Disposta ad alzare lo sguardo L'acume tuo fa impazzire Chiunque ti stia a fianco Il bello è che ci sei Anche nell'assenza Il desiderio Riempie la mancanza
9.
Solo andata 02:31
Per non avvertire i vuoti d'aria Al decollo e all'atterraggio Basta tenere la nuca sul poggiatesta Buon viaggio Semplice, eppure perché non lo si dice? Ho dovuto scoprirlo da solo Dopo anni di turbolenze in cielo Quando la tua massima aspirazione È esser quello che sei Puoi incominciare a divertirti Come non mai Ma accade di dare un'occhiata In cabina di pilotaggio E notare che non c'è equipaggio Se hai conflitti interiori Risolvili pure, io me li tengo Mi servono Creano una tensione necessaria Per sorgere, indagare Perdere, ritrovare Per invecchiare Anche la noia è essenziale Ogni stato emotivo vale
10.
24 ore 02:45
Stropicciate parole Che trovo tra le lenzuola disfatte Mi vengono così, le sogno di notte Penso, dunque m'imparanoio In quel che sono non c'è nulla di buono Vivo meglio nell'abbandono Lo stomaco sbotta, ha le sue ragioni Non mangio da quando son morti tutti Scomparsi insieme alle loro opinioni Che pace, finalmente posso fare Quello che mi pare e piace Senza preoccuparmi delle conseguenze E delle turbe psichiche, però mi risveglio Stropicciate parole Che trovo tra le lenzuola disfatte Mi vengono così, le sogno di notte Chiuso dentro il pensatoio Ogni sussurro ha la potenza di un tuono Nella tempesta sono sereno Noi siamo la gente, siamo nutrimento per Coloro che si cibano in maniera costante Di parole e teorie Per definire chi siamo Vivisezionando il muro vivo Che ci divide dal suono Ultraterreno, misterioso, onirico Che apre le porte dietro le quinte E se invece non fossimo proprio niente? Né anime né parole, tanto meno gente? Il venti di ogni mese potrebbe andar bene Come giorno in cui fermarsi tutti quanti insieme E non fare niente per ventiquattr'ore A parte cercare una connessione Tra noi, la vita e miliardi di persone Per elevarci ed elevare la nostra presenza Nel piano universale
11.
Viandante 02:44
È l'eco del tempo Che è dentro di te Sempre più lento Sali sul monte Sei pronto Cassa toracica In movimento Cellule unite Sistema simpatico Postura eretta Il corpo umano È una macchina perfetta Pochi sanno che esisti Ciò nonostante esisti È una trappola un avatar Il fiume della vita è potente Galleggi e affidi la carne Alla corrente Non fai nulla di più Viandante Figlio aitante Non ti serve alcuna scusa È il legame ancestrale A determinare ogni cosa Grigio-nera La piena Lodandoti ti avrà
12.
Psicopompo 02:21
Sfera con organi sparsi Venuti male Scherzo della natura Trattasi di cosa viva Lettino d'ospedale Abbandonato Situazione paradossale È necessario agire Arriva un luminare Mentre la cosa impaurita Dal bulbo oculare Osserva l'ambiente Prima della narcosi Qualche frazione di vita È stata vissuta Operazione infinita Sfera, sei spirata Benvenuta, ti porto Dall'altra parte del fiume Essere aberrante Non ti spaventare Il dolore annebbia la vista Lampi di rosso Accelero il passo Crociato rotto Il sangue si coagula Spilli a ridosso Strazio atroce Potresti restare Ti sento in pace Con l'inferno nel cuore Tribolazione In che girone ti vuoi collocare?
13.
Stupefacente 02:16
Sono ad una festa Nel sottotetto di un alto edificio C'è un varco dimensionale Nessuno lo nota Quando si attraversa Si esce su un terrazzino In un altro tempo Il corpo si muove a stento Il mare è laggiù Che circonda questo palazzo D'accordo, ma che si fa? Grazie a correnti ascensionali Salto e inizio a volare Mi impratichisco Attratto dall'esplorazione Di zone circostanti, limitrofe Dopo di che Perdo il senso dell'orientamento E via Passa la mia acrofobia Sono ali che spuntano Amaranto e penne di anarchia Firmamento sulla scia Si accartoccia il mappamondo E insieme a lui la tua mania Di edulcorare i fatti Siamo giovani, siam vecchi Siamo stracci logori Con cui lucidiamo piume Rimuoviamo Con sostanze psicotrope La nostra rappresentazione
14.
Tanti auguri 03:01
Sono passati dei decenni Preveggenza Era la fine del futuro Ricorrenza Noi, loro, via tutti quanti In un soffio di vento Me lo ricordo Non so perché voi non riusciate a farlo Ma va bene così Forse è meglio scordar L'indifferenza sfida polemiche Sotto la coltre riposa il re col suo calice Il mistico fluorescente scruta padri missionari Che fanno erigere ulteriori chiese e santuari Quanto rumore per nulla Templi e piramidi Dagli Egizi ai Maya Io non festeggio il compleanno Figuriamoci Natale e capodanno Non fanno per me Le feste comandate Ogni giorno è uguale Inizio, svolgimento, fine Se proprio vuoi i miei auguri Te li faccio perché devo Ma sull'ipocrisia Stendiamo un pietoso velo
15.
Aspetta Chiudo la porta Ché il patriarca Fuma come un turco Crisi profonda Esce fuori di testa Mescola carte E la vita rischia Si getta nella mischia Tra muscoli freschi È un massacro L'ultimo giro di giostra Sotto colpi mortali perisce La folla fagocita E lo dimentica presto Si ode un fracasso In briciole va la dolce brioche È il castello che casca Bimbo corre in tondo Il padre urla senza sosta La madre fa sciocchi versi dalla finestra Il cane è in gabbia Povero lui, poveri noi In questo alveare Tra fumo e nebbia

about

Depressione, attacchi di panico, turbamenti emotivi. Dentro ognuno di noi si celano lati nascosti, segreti, che spesso le persone preferiscono ignorare. E allora tutti sui social a far vedere quant'è bella la propria vita, quanto si è felici, fortunati, appagati. La famiglia, la macchina, la casa, il viaggio, il lavoro, i soldi. Ogni cosa è incantevole, strabiliante, fantasmagorica! Non c'è niente di male nel familiarizzare con le proprie debolezze. Non c'è niente di male nel decidere di non partecipare a questo circo quotidiano di perenne ostentazione. Non c'è niente di male nello stare male. E comunque... c'è un principio, c'è una fine, e in mezzo un po' di tutto. Sentenza oltremodo scarna? Difettosa? Manchevole? Forse, ma allo stesso tempo estremamente egualitaria. Una verità alla quale niente e nessuno può sfuggire. C'è chi la trova poetica e liberatoria, chi non vuole accettarla negandone l'autenticità, chi non ci pensa affatto. "Decadenza" parla di tutto questo.

credits

released October 5, 2023

Musiche, Testi, Voce, Strumenti, Programming, Registrazioni, Artwork: Marco Montagnini

Tom Inorganic Man Records

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about

Marco Montagnini Ivrea, Italy

Nasce incazzato, di una chitarra viene munito, scrive canzoni che lo rendono quieto. Artista eporediese, eclettico e poliedrico, con un passato da busker.

Dischi:
• "Decadenza"
• "A4"
• "Creatures"
• "Bequadro"
• "Soundtrack"
• "Sogni presunti" (Stranatrama)
• "Cantautore Psicopatico 1"
• "Cantautore Psicopatico 2"
• "Oncoming Martian"

Libro:
• "Piccole riflessioni d'una mente sott'acido"
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